Bollati Boringhieri: Nuova Cultura - Introduzioni
Lettere d'amore
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 176
Albert Einstein conosce Mileva Maric nel 1896, al Politecnico di Zurigo, dove entrambi studiano fisica
Einstein forever
di Gabriella Greison
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 208
La sua immagine è dappertutto
Ancora dodici chilometri. Migranti in fuga sulla rotta alpina
di Maurizio Pagliassotti
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 218
I giornali la chiamano «la rotta alpina», anche se ne parlano solo in occasione di qualche fatto straordinario: il ritrovament
Il colore dell'inferno. La pena tra vendetta e giustizia
di Umberto Curi
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 221
«Dove mai avrà termine, dove mai placata cesserà la furia di Ate?» L'interrogativo angoscioso di Eschilo non smette di risuona
Storia e pratica del silenzio
di Remo Bassetti
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 298
Una storia del silenzio probabilmente non si può urlare (non sarebbe coerente), ma si può forse leggere, con quell'attitudine
La poesia del vivente. Leopardi con noi
di Antonio Prete
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 192
Leopardi ci è familiare, molto più di altri classici del canone letterario
Brevi lezioni sul linguaggio
di Federico Faloppa
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 221
Secondo alcune fonti, nel mondo ci sarebbero oltre settemila lingue vive
L'anima. Sette lettere a un'amica
di François Cheng
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 135
Dalla primavera all'autunno: nella magnificenza delle stagioni più rigogliose Francois Cheng scrive queste sette lettere che m
Darwin, Napoleone e il samaritano. Una filosofia della storia
di Michel Serres
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 203
Pochissimi azzardano oggi una filosofia della storia
Storia del dove. Alla ricerca dei confini del mondo
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 146
Da quando l'uomo ha iniziato a misurare lo spazio intorno a sé non ha mai finito di stupirsi
Crisi e fine dell'Europa?
di Étienne Balibar
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 334
"La crisi consiste nel fatto che il vecchio muore e il nuovo non può nascere: in questo interregno si verificano i fenomeni mo
La frase urbana
di Jean-Christophe Bailly
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 237
Pietre, muri, asfalti, monumenti, parchi, terreni abbandonati, centri e periferie, verde spontaneo, antico splendore imbellettato e ridotto a bene di consumo culturale, modernismo dispiegato, aree pedonali, zonizzazione, espansione per accumulo: tutti insieme concorrono all'effetto-città. Effetto essenzialmente linguistico, secondo Jean-Christophe Bailly, che grazie alla metafora della lingua - alla musicalità che dovrebbe ritmarla - arriva a cogliere lo specifico del paesaggio urbano e metropolitano meglio di un urbanista o di uno storico dell'architettura. Ma come parlano oggi le città a chi voglia intenderle davvero? Non con un fraseggio fluido e ben accordato, bensì con "parole fiacche e improprie", "verbi non coniugati", infiniti e sostantivi posti "gli uni accanto agli altri". Una dizione ancora alla ricerca della partitura che accolga la felice improvvisazione dei recitativi in prosa capaci di recuperare la centralità della strada, invece di farsi ingombrare dagli assoli declamatori delle grandi opere architettoniche prive di contesto. Senza indulgere alla retorica dell'erranza e della nostalgia, Bailly ci invita ad accompagnarlo mentre calca i selciati in tre continenti, indugia sui materiali più umili e su ciò che è in disuso, ridà senso agli spazi che fuoriescono da schemi funzionali predisposti. Solo nella combinatoria infinita dei nostri passi, ci suggerisce, le città tornano a esprimersi, connettendo tra loro parti prima ammutolite nell'isolamento.