La vita felice
Salomè. Tragedia in un atto unico. Testo inglese a fronte
di Oscar Wilde
editore: La vita felice
pagine: 115
"Salomè" è un dramma in un atto unico che si ispira alla figura di Salomè, figlia di Erodiade, e alla sua storia, riportata nei Vangeli di Marco e Matteo. L'opera venne scritta in lingua francese, durante un soggiorno del drammaturgo a Parigi, appositamente per l'attrice Sarah Bernhardt, e pubblicata nel 1893. Il testo, impreziosito dalle immagini di Aubrey Beardsley, è successivamente tradotto in inglese dall'amico (e amante) di Wilde, Lord Alfred Douglas. Salomè appare solo in parte come una riproposizione della nota vicenda biblica e, proprio nel suo essere altro dalla storia antica, ne svela la più recondita essenza. Tra le righe, il fascino perverso del Male si declina nell'arte seduttrice di una bellissima e giovane donna.
Ondina. Testo tedesco a fronte
di Friedrich de La Motte Fouqué
editore: La vita felice
pagine: 235
"Ondina" è un romanzo romantico, scritto da Fouqué nel 1811. Si narra la storia di uno spirito acquatico ispirato dalle Ondine del folklore germanico. Ondina, figlia del Re del Mare, abbandona il suo ambiente per cercare un amore umano che le consentirà di ottenere un'anima immortale. Ritrovatasi bambina sulla terra, viene allevata da un pescatore e da sua moglie. Cresciuta, trova l'amore nel cavaliere Huldbrand, che presto sposa. La loro vita insieme sarebbe felice, ma la ex fidanzata di Huldbrand interviene a guastare l'idillio, finché Huldbrand torna al vecchio amore e arriva a trattare male Ondina. Questo segna il destino di entrambi: gli spiriti dell'acqua esigono la loro vendetta e dovrà essere proprio Ondina a uccidere Huldbrand con un bacio mortale. Composta nel periodo di maggiore successo dell'autore, questa interpretazione di "Ondina" fu presto considerata la migliore trasposizione di una fiaba tedesca ed è l'opera per la quale Fouqué viene ancora oggi maggiormente ricordato. Intense le emozioni descritte. La figura mitologica e folkloristica dell'Ondina trascinerà il lettore in un mondo romantico e suggestivo.
Mimiambi. Testo greco a fronte
di Eronda
editore: La vita felice
pagine: 279
Nella letteratura greca vengono detti mimiambi i mimi scritti in versi giambici. Il mimo proponeva la messa in scena di azioni che intendevano imitare gli aspetti quotidiani della realtà, con protagonisti appartenenti al ceto più umile, ed era probabilmente di origine popolare. Sebbene Eroda non possa essere considerato un autore "maggiore", bisogna dargli il dovuto riconoscimento a livello artistico per avere scritto opere tra le più interessanti e divertenti di età alessandrina. In questa edizione il lettore troverà tutti i mimiambi di Eroda a noi noti (compresi i frammenti), ognuno accompagnato da una introduzione per agevolare la comprensione del testo. Questa edizione è basata su quella edita nel 1987 da I.C. Cunningham per la "Bibliotheca Teubneriana". Prefazione di Michele Napolitano.
La brevità della vita. Testo latino a fronte
di Lucio Anneo Seneca
editore: La vita felice
pagine: 102
"Vivete come se foste destinati a vivere sempre, mai vi sovviene la vostra fragilità, non badate a quanto tempo ormai è trascorso; disperdete come da una misura piena e abbondante, mentre intanto quello stesso giorno che è donato a qualche persona o faccenda forse è l'ultimo. Temete tutto come mortali, desiderate tutto come immortali."
L'uomo che volle farsi re. Testo inglese a fronte
di Rudyard Kipling
editore: La vita felice
pagine: 130
India, 1880. Il redattore di un giornale di provincia aiuta due singolari figuri a raggiungere il lontano Kafiristan dove -così dicono - essi saranno re. Peachey Taliaferro Carnehan e Daniel Dravot, giunti in Kafiristan, nell'Afghanistan nord-orientale, di villaggio in villaggio conquistano distese sconfinate. Fondano, a Bashkai, una Loggia massonica con tanto di tempio, rituali pseudoesoterici e annessa simbologia. E già che ci sono, forti della sostanziale ignoranza di quelli del posto, dicono di essere dei; venuti da un luogo lontano, forieri di pace e benessere. Ma i due impostori vengono presto scoperti e sono costretti a un'inutile fuga: Dravot è gettato da un ponte tibetano, mentre Carnehan è costretto a vagare per giorni attraverso le valli innevate del Kafiristan con, in un sacco, la testa avvizzita del compagno. Questo il racconto che, tre anni dopo, lo stesso redattore apprende dalle parole di Peachey Taliaferro Carnehan che, irriconoscibile, schiantato dal dolore, rievoca quell'agghiacciante esperienza parlandone in terza persona.
L'epopea del buffone
di Ferdinando Gabotto
editore: La vita felice
pagine: 111
Così come il "pedante", il "cortigiano" o il "dotto", la figura atipica e colorata del buffone è da sempre presente nelle novelle rinascimentali. Sin dall'antichità, infatti, compito dei buffoni era di divertire, con i loro comportamenti ridicoli e grotteschi, i sovrani e i signori che li mantenevano. Utilizzando non solo attitudini personali, come la prontezza di parola e l'arguzia, ma persino menomazioni ritenute comiche o divertenti, erano per esempio destinati a quel mestiere i nani e i gobbi, o persone in qualche modo deformi come gli obesi, i buffoni dovevano attirare l'attenzione del pubblico e scatenare il riso. Ferdinando Gabotto ripercorre in questo saggio l'evoluzione della figura del buffone nella Commedia dell'Arte, soffermandosi soprattutto sul caso del Gonnella. In appendice "Le buffonerie del Gonnella".
Il corvo. Testo inglese a fronte
di Edgar Allan Poe
editore: La vita felice
pagine: 98
Il corvo fu pubblicato per la prima volta il 29 gennaio 1845, sul "New York Evening Mirror"
Lo stato secondo ragione o lo stato commerciale chiuso. Saggio di scienza del diritto e d'una politica del futuro
di Fichte J. Gottlieb
editore: La vita felice
pagine: 204
Pubblicato nel 1800, "Lo Stato secondo ragione o lo Stato commerciale chiuso" è, da sempre, uno dei testi più discussi della f
Medea. Testo latino a fronte
di Draconzio Blosso Emilio
editore: La vita felice
pagine: 176
Medea è una delle figure mitologiche femminili più note
Walden ovvero Vita nei boschi. Testo inglese a fronte
di Henry David Thoreau
editore: La vita felice
pagine: 399
Henry David Thoreau dedicò oltre due anni della propria vita (1845-47) alla ricerca di un rapporto intimo con la natura attrav
Frammenti etnografici. Testo greco e latino a fronte
di Posidonio
editore: La vita felice
pagine: 190
L'etnografia antica ha il suo vertice nel filosofo stoico Posidonio di Apamea (135-50 a.C. circa), una mente universale alla Leonardo, che nelle Storie purtroppo giunte fino a noi solo in frammenti - elimina con l'autopsia secolari pregiudizi nei confronti dei barbari e con un'accurata critica delle fonti errori e leggende, spiegando con una salda teoria filosofica l'uguaglianza di fondo e al contempo le diversità tra i popoli. Al centro delle sue ricerche, che riguardano comunque tutte le genti gravitanti attorno al mondo greco-romano, ci sono i Celti, coraggiosi, forti e sani, contrapposti ai popoli orientali, in piena decadenza tra lussuria e superstizione. Ma Posidonio si rivela anche grande scrittore, capace di descrizioni precise e divertenti in uno stile limpido e vivace. Non è certo un caso che Cesare, Diodoro, Strabone e Plutarco gli siano profondamente debitori.
Teologia negativa e conoscenza di Dio in Meister Eckart
di Vladimir Lossky
editore: La vita felice
pagine: 594
"Théologie negative et connaissance de Dieu chez Maîitre Eckhart", di cui proponiamo una prima traduzione italiana, è uno dei testi più significativi della produzione di Vladimir Lossky, nonché uno dei più interessanti e riusciti tentativi di ricostruire e interpretare l'insegnamento teologico e filosofico di Meister Eckhart. Edito postumo nel 1960, lo studio presenta le tesi del maestro domenicano in relazione a quelle di numerosi altri pensatori che hanno disputato le principali questioni della filosofia e della mistica medievali. Il rigore interpretativo e la disinvoltura con cui l'autore si muove attraverso i luoghi citati rendono l'opera molto utile sia per gli specialisti, gli storici della filosofia e della mistica medievale, sia per il lettore che voglia introdursi al pensiero eckhartiano. Facendo eco alla sintesi di Etienne Gilson, potremmo dire che il più grande merito dello studio di Lossky consista nel rifiuto di ridurre la teologia del maestro di Turingia allo sviluppo sistematico di una sola nozione fondamentale. L'opera, del resto, mette in evidenza come tutto ciò che si può affermare circa la nozione centrale del pensiero di Eckhart, ovvero Dio, debba infine essere negato, e Dio posto al di sopra di ogni affermazione, in un'indagine positiva sulla nescienza della divinità che rappresenta il contributo principale di Lossky. Prefazione di Étienne Gilson. Introduzione di Maria Bettetini.