Il mulino: Biblioteca storica
Le guerre degli italiani
Parole, immagini, ricordi 1848-1945
di Isnenghi Mario
editore: Il mulino
pagine: 394
In questo libro, l'autore traccia un personalissimo percorso attraverso le infinite testimonianze, scritte e no, lasciate dagl
Pescatori di uomini. Predicatori e piazze alla fine del medioevo
di Maria Giuseppina Muzzarelli
editore: Il mulino
pagine: 315
L'arte della comunicazione non l'hanno scoperta gli imbonitori televisivi: già nel Medioevo i predicatori erano maestri nell'arte, virtuosi della parola e dei suoi segreti, incantatori delle piazze. A tale "spettacolo" della predicazione è dedicato questo libro. La predica, che serviva a "pescare uomini", doveva quindi essere un'esca appetibile: seguendo vere e proprie strategie retoriche il predicatore ammaliava il pubblico, lo incatenava alle sue parole, e lo sospingeva per la strada della fede con la forza e la suggestione del suo discorso. E i bravi predicatori (da Giordano da Pisa a Bernardino da Siena, da Giacomo della Marca a Bernardino da Feltre), al pari delle star odierne, erano contesi dalle città che facevano a gara per assicurarseli. Bernardino da Feltre, che era uno dei più famosi, solo negli ultimi cinque anni di vita percorse, sempre a piedi, quasi 6.000 chilometri. Attingendo a cronache e documenti del tempo, l'autrice delinea un quadro vivace e curioso di questo aspetto centrale nella religiosità e nella vita della città medievale.
La seconda guerra mondiale
di Joanna Bourke
editore: Il mulino
pagine: 220
Joanna Bourke appartiene a quella recente leva di storici che ha cambiato il modo di considerare la guerra, spostando l'accento sulla dimensione individuale. Il suo precedente volume, "Le seduzioni della guerra" (Carocci), era dedicato all'esperienza dell'uccidere. Ora anche questa breve "Storia" intende raccontare la seconda guerra mondiale più che secondo l'usuale prospettiva politico-militare, come immane disastro delle persone e delle popolazioni che vi sono state coinvolte.
Napoleone e gli italiani
di Alain Pillepich
editore: Il mulino
pagine: 227
Il 26 maggio 1805, nel corso di una fastosa cerimonia nel Duomo di Milano, Napoleone si faceva incoronare re d'Italia. Ancora dopo due secoli, l'avventura italiana di Napoleone è oggetto di vivaci controversie tra chi vi vede l'occasione positiva di una prima emancipazione e modernizzazione dell'Italia e chi la considera una brutale occupazione straniera. Sia come sia, gli anni francesi iniziati con l'invasione del 1796 e la Repubblica Cisalpina, proseguiti con la Repubblica e il Regno d'Italia dal 1802 e terminati nella primavera del 1814, costituiscono uno dei periodi più ricchi e importanti nella storia d'Italia, un'autentica cerniera fra età moderna e contemporanea.
Le spie del regime
di Mauro Canali
editore: Il mulino
pagine: 831
Mauro Canali lavora da tempo al tema scottante degli apparati informativi e repressivi del regime fascista: a partire dallo st
Monache
Vivere in convento nell'età della Controriforma
di Laven Mary
editore: Il mulino
pagine: 256
Sulla base di una ricerca d'archivio centrata sui conventi veneziani dalla metà del Cinquecento alla metà del Seicento
Il delitto Matteotti
di Mauro Canali
editore: Il mulino
pagine: 353
La prova provata, il documento, l'ordine scritto che faccia risalire a Mussolini la responsabilità prima del delitto Matteotti non c'è, e probabilmente non ci sarà mai. Ma in questo volume Canali accumula una tale messe di indizi che l'estraneità del duce al delitto appare a dir poco improbabile. Battendo la pista affaristica, quella secondo cui Matteotti è stato eliminato perché stava per rivelare dei torbidi affari relativi a una concessione petrolifera, ricostruendo le vicende del primo e del secondo processo, infine seguendo il destino dei protagonisti del delitto (famiglia Matteotti compresa) durante il Ventennio, Canali riesce a delineare un quadro vivido e convincente di un'"affaire" che sta all'origine del regime fascista e ne riassume emblematicamente le caratteristiche. Questa nuova edizione, integralmente rivista e in pari tempo ridotta nelle dimensioni, ripropone uno studio che ormai è da considerare come la lettura standard, il libro che racconta tutta la verità possibile sul delitto Matteotti e sull'intreccio equivoco di affari e violenza in cui il regime fascista si radicò e visse.
La cultura fascista
di Ruth Ben-Ghiat
editore: Il mulino
pagine: 360
Il fascismo ebbe un programma totalitario, progettò di 'rifare gli italiani', di 'bonificare' spiritualmente il paese. A questo fine la cultura doveva svolgere un ruolo essenziale. Sulla base di queste premesse l'autrice ha inteso raccontare come in concreto il mondo della cultura abbia contribuito alla diffusione dei modelli fascisti di modernità, misurando la dinamica tra politica culturale e risposta degli intellettuali. In questa prospettiva l'autrice studia particolarmente gli ambiti della narrativa e del cinema, la politica del regime verso i giovani e il mondo delle riviste giovanili, l'esito delle campagne per l'autarchia, l'espansione coloniale, la campagna antisemita, infine la crisi dell'identità nazionale.
L'Italia in piazza. I luoghi della vita pubblica dal 1848 ai giorni nostri
di Mario Isnenghi
editore: Il mulino
pagine: 496
L'autore identifica la piazza quale teatro tipicamente italiano della vita pubblica e della lotta politica, ricostruendo, attraverso le trasformazioni dell'uso della piazza, le trasformazioni della vita civile italiana. Dai moti del 1848 alle cannonate di Bava Beccaris e ai grandi scioperi, dai comizi interventisti alle adunate oceaniche del fascismo, da Piazzale Loreto ai disordini di piazza, ma anche alle piazze dei paesini, questa è la storia dell'ultima stagione in cui "l'andare in piazza" è stato parte integrante della vita dei cittadini, prima che la televisione diventasse il luogo della vita pubblica. Il testo esamina anche come l'uso politico della piazza si stia riaffermando, in un interscambio fra la piazza mediatica e quella reale.
La soluzione finale. Come si è giunti allo sterminio degli ebrei
di Hans Mommsen
editore: Il mulino
pagine: 251
Come giunse la Germania nazista alla "soluzione finale" della questione ebraica, a ciò che appare essere il maggior crimine nella storia dell'umanità? In questo volume uno tra i più accreditati studiosi del Terzo Reich mostra come l'antisemitismo, che prese forza tra la fine dell'Ottocento e la Grande Guerra, costituisse un tratto comune dei movimenti di estrema destra negli anni della Repubblica di Weimar, per poi tradursi in persecuzione sempre più violenta con il nazismo al potere. E tuttavia, nonostante le discriminazioni e le violenze, la distruzione del popolo ebraico, pur auspicata nella retorica millenaristica del Fùhrer, non era veramente inscritta nell'agenda del nazismo. Fu la guerra all'Est a far precipitare la situazione: da un lato la conquista di territori, come la Polonia, con una cospicua popolazione ebraica, dall'altro il fallimento dell'attacco all'Urss, che mandò in fumo il progetto di deportare gli ebrei al di là degli Urali. In una micidiale miscela di arbitrio, efficienza tecnologica e burocratica, ottundimento morale, lo sterminio - secondo Mommsen - si nutrì di se stesso, come scivolando su un piano inclinato, e infine, con le deportazioni avviate in modo sistematico a partire dall'estate del 1942, si rivelò per quello che era: il programma di un genocidio.
Una faccia, una razza. Le colonie italiane nell'Egeo
di Nicholas Doumanis
editore: Il mulino
pagine: 290
Rodi, Coo, Lero e alcune altre isole fra Grecia e Turchia furono, tra il 1912 e il 1943, possedimenti coloniali italiani. Collocandolo nella sua cornice storico-geografica, l'autore affronta il tema del colonialismo italiano nel Dodecaneso, di cui segue le diverse fasi nell'intento non solo di narrare la storia di una occupazione trentennale ma anche di verificarne l'impatto e la memoria nella popolazione locale. Doumanis amplia la sua analisi "dal basso" fino a toccare questioni assai dibattute, relative alla politica del colonialismo italiano, alle identità nazionali e regionali, alla complessità della memoria collettiva, all'emergere del nazionalismo greco.
Dino Grandi
di Paolo Nello
editore: Il mulino
pagine: 345
Il nome di Dino Grandi è legato indissolubilmente alla seduta del Gran Consiglio del fascismo che nella notte dal 24 al 25 luglio 1943 votò di fatto la sfiducia a Mussolini, aprendo la via alla liquidazione della sua ventennale dittatura. Di quella seduta, di quel pronunciamento del massimo organo del regime contro il duce, Grandi fu l'artefice e il regista. Ma, per quanto decisivo, il ruolo giocato nella fine del fascismo non rende giustizia alla figura politica di Grandi, che fu fascista e anzi mussoliniano fino in fondo, nonostante tutto. Sottosegretario dell'Interno durante la crisi Matteotti, quindi sottosegretario e poi ministro degli Esteri, ambasciatore a Londra, presidente della Camera dei fasci e delle corporazioni, ministro della Giustizia, Grandi è stato uno dei massimi protagonisti del regime. Questo volume, che corona una ricerca di molti anni, ha inteso abbracciare in un'unica narrazione la vicenda umana e politica di Dino Grandi: una vita e una carriera che, proprio nella "fedeltà disubbidiente" a Mussolini, nell'impasto di idealità e astuzia, di fede e spregiudicatezza, serbano molti tratti esemplari di quel frastagliato rapporto che gli italiani ebbero con il duce.