Il Nuovo Melangolo: Nugae
Per non dimenticare. Tre racconti
di Israil M. Metter
editore: Il Nuovo Melangolo
Il volume raccoglie tre racconti di Metter, pubblicati tra gli anni '60 e '70: Rjabov e Kozin; Il regalo e La madre. Scritti in uno stile che alterna ironia e commozione, la narrazione ruota attorno a vicende quotidiane, apparentemente banali: un uomo alla ricerca di risposte dall'accusatore del padre; le peripezie di un'anziana donna di un villaggio agricolo; le difficoltà burocratiche che si frappongono al semplice desiderio di un uomo anziano, di donare i costumi di scena della moglie, un'attrice ormai scomparsa, al teatro della sua cittadina. Intorno a queste figure si delinea la vita dolente e accorata di un'umanità che pur umiliata e offesa, talvolta degradata, non ha smesso di coltivare affetti e desideri.
Il padiglione sulle dune
di Stevenson Robert L.
editore: Il Nuovo Melangolo
pagine: 112
Il padiglione sulle dune è innanzitutto la storia di una misantropia: una misantropia giovanile, fatta d'autosufficienza e sel
Dell'infanzia. Due lettere ai miei figli
di Alfred Kolleritsch
editore: Il Nuovo Melangolo
pagine: 72
Kolleritsch, in questo suo testo in prosa, rivolge due lettere simboliche ai figli, avuti in età già matura, mitizzando l'infanzia come "luogo" della condizione umana, nonchè metafora essenziale della creazione poetica. L'autore vuole mettere in guardia i figli-lettori da qualunque verità assoluta o certezza definitiva, suggerendo un diverso rapporto con il mondo, più libero e creativo.
Filosofia della danza
editore: Il Nuovo Melangolo
pagine: 101
"La danza è una forma originaria dell'esserci umano... e al tempo stesso una forma originaria dell'essere in generale... è la verità e al tempo stesso la giustificazione dell'essere stesso del mondo, la più inconfutabile ed eterna di tutte le teodicee. Non insegna nulla, non discute nulla - incede maestosamente, e con questo incedere maestoso porta alla luce il fondamento di ogni cosa: non volontà e potenza, non angoscia e pena, non tutto ciò che vuole imporsi all'esistenza, ma ciò che è eternamente signore di sé e divino. La danza è la verità di ciò che è, ma, nel modo più immediato, la verità di ciò che vive". (W. F. Otto)