La vita felice: Labirinti
ospita i poeti di tutto il mondo, già affermati o esordienti; opere con testo a fronte o in lingua dialettale.
Sessantasei haiku. Testo giapponese a fronte
di Yosa Buson
editore: La vita felice
pagine: 63
Senza dubbio, gli haiku di Buson si annoverano tra i più belli mai scritti. Grande pittore, oltre che poeta, Buson giunge ad abbozzare, con la stessa grazia che trasmette alla punta del suo pennello, questi "quasi niente" che si trovano alla soglia dell'esperienza immediata, inafferrabile. Rimanendo sempre il più vicino possibile alla realtà e alla natura, egli riesce a trascendere il quotidiano e il banale, a oltrepassare la trivialità, così da cogliere un sentimento di totalità essenziale - vicino alla bellezza stessa. Artista eccezionale di questo XVIII secolo giapponese ove l'arte di numerosi pittori e poeti giunge al culmine, e del resto apprezzato sia per la sua pittura che per la sua poesia, Buson è considerato, con Basho e Issa, come uno dei tre più grandi maestri dell'haiku che il Giappone abbia mai conosciuto.
Centoundici haiku. Testo giapponese a fronte
di Matsuo Basho
editore: La vita felice
pagine: 90
La poesia di Bashò, frutto di una serrata ricerca letteraria e linguistica, condotta con gli strumenti colti propri della cultura classica cinese e giapponese e della filosofia Zen, è caratterizzata da un linguaggio chiaro e conciso, quasi rarefatto nella sua liricità. La compresenza di elementi del vivere quotidiano, spesso umili, e dei segni delle emozioni del poeta, immerso nella natura e in colloquio con gli antichi, in una mescolanza di bellezze universali e di oggetti comuni, di banale e caduco e di sublime ed eterno, è forse la massima espressione dell'opera di Bashò.
La nuvola con le braghe. Il tredicesimo apostolo. Testo russo a fronte
di Vladimir Majakovskij
editore: La vita felice
pagine: 80
È giunto il momento di riaprire il discorso su Majakovskij, recuperando quella sua prima stagione poetica che ci è valsa qualche capolavoro. Tra questi indubbiamente c'è "La nuvola con le braghe", che se la censura lo avesse permesso al suo autore, avrebbe potuto intitolarsi "Il tredicesimo apostolo". Proprio come quando apparve a ignare orecchie amiche nel 1915, la lettura di questo testo ci lascia tuttora presi dall'ammirazione per la modernità di una lingua che il tempo non ha consumato. E l'avvenire, assieme al discorso d'amore, che più di ogni cosa interessa al poeta. "La nuvola con le braghe" è il poema della richiesta assoluta: e in questo cantare il poeta non esclude nulla.
Per la voce. Testo russo a fronte
di Vladimir Majakovskij
editore: La vita felice
pagine: 123
Nel 1923 Majakovskij si trovava a Berlino, centro dei costruttivisti russi all'estero dove, nel 1922, alla Galleria Van Diemen, aveva avuto luogo la prima esposizione d'arte russa. Nello stesso periodo Lisitskij e Ehrenburg pubblicavano il primo numero della rivista "Vesc". Majakovskij non mancò di ammirare lo straordinario talento di Lisitskij e si rivolse a lui per dare forma a una selezione di tredici sue poesie destinate a essere lette ad alta voce. Da qui il titolo "Per la voce".
I sonetti
di William Shakespeare
editore: La vita felice
pagine: 194
Shakespeare si dimostra un impareggiabile conoscitore del cuore umano.
La dousa votz ai auzida (la dolce voce ho ascoltato). Testo provenzale a fronte
di Bernart De Ventadorn
editore: La vita felice
pagine: 257
Primo libro di una trilogia di poeti provenzali curata da Piero Marcili. Una quarantina di canzoni d'amore in cui il sentimento è descritto, con straordinaria limpidezza espressiva, come languido e assorto smarrimento. Una delle canzoni più celebri che inizia "Quando vedo l'allodola..." ("Can vei la lauzeta...") descrive con espressioni forti e decise tutta la condizione di disperazione amorosa che il poeta vive a causa di "colei che niente mi donerà". Nell'incipit è immediatamente evidente il contrasto tra un ameno quadro naturalistico e l'incommensurabile tristezza del trovatore: "Ho visto la piccola allodola muovere di gioia / le ali in un raggio di sole / e abbandonarsi e lasciarsi cadere / per la dolcezza che nel cuore prova; / quanta invidia sento / per tutti coloro che vedo gioiosi". Echi della sua poesia si possono ritrovare in Petrarca.
Haiku scelti. Testo giapponese in caratteri latini a fronte
di Issa
editore: La vita felice
pagine: 125
Sono circa ventimila gli haiku di Issa conservati fino ai nostri giorni. Non deve meravigliare questo numero. Infatti questa breve poesia giapponese era molto diffusa nel tardo periodo di Edo, e altri poeti ne scrissero una quantità ancora maggiore. Issa, come appartenente al Buddismo della Terra Pura, si ispirò alla dottrina di Honen e di Shinran, che mette l'accento sulla fiducia nella misericordia infinita del Budda Amida e nell'abbandono nelle sue mani. Più che nello sforzo personale per ottenere la salvezza, ci si affida all'aiuto divino. Non è solo l'uomo che soffre, ma tutte le creature soffrono, anche il Budda. Issa intraprese lunghi viaggi per approfondire la sua arte. Ma è nella vita di ogni giorno che trovò la fonte delle sue ispirazioni. Issa dialoga non solo con gli uomini e con il Budda, ma anche con gli animali, con gli uccelli, gli insetti e i fiori. Gli haiku di Issa sono pieni di umorismo, anche quando esprimono sofferenza. Egli ride di se stesso e delle creature che incontra. Il suo rispetto e amore per la vita in tutte le sue forme fanno di Issa un poeta di grande attualità. I suoi haiku, oltre a trasmettere gioia, ci spingono ad amare la vita e gli esseri tutti.
Poemi di Alberto Caeiro
di Fernando Antonio Nogueira Pessoa
editore: La vita felice
pagine: 288
Alberto Caeiro nacque il 16 aprile 1889 a Lisbona dove morì nel 1915. Probabilmente poco istruito,...
I canti dell'eremo. Testo giapponese in caratteri latini a fronte
di Saigyo
editore: La vita felice
pagine: 154
Una delle poesie più amate dai giapponesi è: "Vorrei morire / a primavera / sotto i ciliegi in fiore, / nella luna piena / del secondo mese". È stata scritta dal monaco poeta Saigyo il quale, oltre che per il posto eminente occupato nella letteratura giapponese, è venerato come il "monaco santo" perché vissuto per cinquant'anni in un povero eremo o tra pellegrinaggi e santuari. Sato Norikiyo, conosciuto con il nome buddista di Saigyo, nacque a Kyoto nel 1118, negli ultimi anni dell'epoca Heian. Fin da ragazzo ricevette una severa educazione nelle arti marziali e nella letteratura. La sua brillante carriera di samurai, tuttavia, durò appena cinque anni. In una notte di luna, infatti, lasciò l'uniforme di capitano per indossare la tunica di monaco buddista. Tutte le poesie di Saigyo sono nella forma classica di tanka (poesia breve) e waka (poesia giapponese) in 5 versi e 31 sillabe. La raccolta comincia con la descrizione delle quattro stagioni, seguita dal tema dell'amore e da altri sentimenti come quelli provati durante i viaggi e le esperienze religiose.
Poesie. Haiku e scritti poetici. Testo giapponese a fronte
di Matsuo Basho
editore: La vita felice
pagine: 126
La poesia di Basho, frutto di una serrata ricerca letteraria e linguistica, condotta con gli strumenti colti propri della cultura classica cinese e giapponese e della filosofia Zen, è caratterizzata da un linguaggio chiaro e conciso, quasi rarefatto nella sua liricità. La compresenza di elementi del vivere quotidiano, spesso umili, e dei segni delle emozioni del poeta, immerso nella natura e in colloquio con gli antichi, in una mescolanza di bellezze universali e di oggetti comuni, di banale e caduco e di sublime ed eterno, è forse la massima espressione dell'opera di Basho.