Viella: I libri di Viella
Il pane della ricerca
Luoghi, questioni e fonti della storia contemporanea in Italia
editore: Viella
pagine: 240
L'antiebraismo cattolico dopo la Shoah. Tradizioni e culture nell'Italia del secondo dopoguerra (1945-1974)
di Elena Mazzini
editore: Viella
pagine: 200
L'antisemitismo è sopravvissuto nella cultura cattolica italiana dopo il 1945? Attraverso quali canali comunicativi e culturali è riemerso? L'antisemitismo mantiene, dopo la Shoah, un suo specifico ruolo all'interno del cattolicesimo o si è trasformato in una cultura marginale ad esso? Il volume risponde a questi interrogativi documentando, grazie a materiali inediti e sinora scarsamente analizzati dalla storiografia, gli sviluppi intervenuti nel canone antiebraico all'indomani dell'Olocausto. L'esame condotto su alcune specifiche produzioni culturali del cattolicesimo italiano è il perno attorno a cui il libro si sviluppa con l'intento di individuare i luoghi e i linguaggi in cui sono intervenute le trasformazioni, sostanziali e formali, della tradizione antiebraica cristiana. Lo scavo dettagliato che è stato condotto su un capitolo di storia così limitatamente esplorato è stato sostenuto col proposito di offrire una lettura alternativa ad alcuni paradigmi interpretativi che in maniera troppo schematica circoscrivono le proprie riflessioni sulla questione antiebraica entro limiti temporali che non travalicano il termine del secondo conflitto mondiale.
1664. Un anno della Chiesa universale. Saggio sull'attività italiana del papato in età moderna
di Menniti Ippolito Antonio
editore: Viella
pagine: 264
La quasi totalità degli interventi delle Congregazioni pontificie che nel Seicento si occuparono del governo effettivo della C
Il popolo ama il duca? Rivolta e consenso nella Ferrara estense
di Matteo Provasi
editore: Viella
pagine: 280
La domanda posta nel titolo rimanda direttamente al rapporto tra governanti e governati in un laboratorio circoscritto e precoce: la Ferrara governata dalla signoria feudale degli Este tra tardo medioevo e prima età moderna. L'indagine è condotta da una parte analizzando episodi di rivolta popolare nel corso di due secoli; dall'altra attraverso l'interpretazione delle impercettibili conflittualità quotidiane tra Casa d'Este e cittadinanza. Il quadro, così composto, prova a scavare il potere nelle sue componenti culturali ed emotive, mettendo in primo piano i linguaggi, le percezioni, le atmosfere e i nessi psicologici che definiscono il patto politico tra signori e sudditi.
La meccanica dell'errore
Studi di letteratura medievale
di Lanciani Giulia
editore: Viella
pagine: 180
In effetti, mi sembra più vantaggioso - prima di effettuare qualsiasi intervento su un testo medievale - cercare di capire la
Tecniche di potere nel tardo Medioevo. Stati comunali e signorie in Italia
editore: Viella
pagine: 216
Viaggio a Samarcanda 1403-1406. Un ambasciatore spagnolo alla corte di Tamerlano
di Ruy González de Clavijo
editore: Viella
pagine: 224
Il resoconto della missione di Ruy González de Clavijo, scritto al ritorno in Spagna, è un documento storico di notevole importanza e, per il lettore moderno, una straordinaria avventura di viaggio. Lungo un percorso di oltre 20.000 km, tra andata e ritorno, per mare e per terra, vengono descritti con ricchezza di particolari ambienti, personaggi e fatti dei luoghi toccati nelle varie tappe. Un anno e mezzo dopo la sua partenza, arriva a Samarcanda, da cui, dopo una sosta di due mesi e mezzo, inizia il viaggio di ritorno. In un mondo in conflitto e denso di pericoli, il lettore rimane sorpreso dall.intensità dei traffici commerciali, dalla natura e la qualità dei prodotti scambiati per migliaia di chilometri, dalla presenza dei mercantili genovesi e veneziani nei porti più lontani del Mar Nero, dalle carovane di centinaia di cammelli sulla Via della Seta che collegavano l.Occidente alla Cina, scambiando non solo merci, ma anche idee, culture, lingue. In questo quadro spicca la figura del "grande signore Timur Beg", il Tamerlano. Conquistatore spietato e crudele, creatore di un immenso impero nell'Asia centrale, ma nello stesso tempo grande mecenate, promotore di studi storici e filosofici, ospite cortese e generoso, dotato, nonostante l'infermità e l'età avanzata, di un'instancabile curiosità intellettuale.
Sposarsi nel Medioevo. Percorsi coniugali tra Venezia, mare e continente
di Orlando Ermanno
editore: Viella
pagine: 291
Il matrimonio medievale è stato considerato a lungo come un istituto sociale statico, quasi monolitico, soggetto ad una strett
Spagna e Italia in età moderna. Storiografie a confronto
editore: Viella
pagine: 376
Lo scambio storiografico tra storici italiani e spagnoli è stato, anche nel passato, molto intenso, soprattutto per la compenetrazione delle vicende della Monarchia ispanica e dell'Italia preunitaria. Questo volume non focalizza però la storiografia sull'Italia "spagnola", ma partendo dalla comune identità mediterranea di Spagna e Italia, mette a confronto gli studi più recenti su temi-chiave del dibattito storiografico europeo: il governo locale e le identità urbane, i consumi e gli stili di vita aristocratici, le frontiere, il controllo delle coscienze, la circolazione dei libri e dei saperi, la storia di genere.
Leggi del 1938 e cultura del razzismo. Storia, memoria, rimozione
editore: Viella
pagine: 224
Il filo conduttore che lega i saggi raccolti in questo volume è l'analisi della diffusione del razzismo nell'Italia degli anni
Oltre le città. Assetti territoriali e culturale aristocratiche nella Lombardia del tardo Medioevo
di Andrea Gamberini
editore: Viella
pagine: 224
Città e contado sono i termini di un binomio cruciale non solo nella storiografia, ma anche nella riflessione che la cultura italiana ha prodotto sul passato nazionale, cercando nel Medioevo le radici dei più durevoli assetti politici del paese. Mentre però la città viene assunta, lo scrisse già Carlo Cattaneo, come il "principio ideale delle istorie italiane", il mondo rurale è stato in genere ridotto a terreno di conquista per l'economia, la civiltà, i poteri urbani. Il libro pone in questione questa consolidata distribuzione dei ruoli, innanzitutto ripercorrendo il dibattito storiografico su questa problematica, e poi ridefinendo il contenuto della stessa identità cittadina: non un'incrollabile autocoscienza collettiva, bensì una faticosa costruzione, drasticamente appannatasi in certi luoghi e in particolari frangenti. L'analisi si spinge allora oltre le mura delle città. Il contado non fu, infatti, fra Tre e Quattrocento, lo sfondo inerte del dinamismo urbano, ma una realtà differenziata, popolata dai nuclei del potere signorile, villaggi e borghi economicamente floridi, capaci di entrare in concorrenza con i disegni egemonici delle città e dotati di culture politiche proprie.