Mondadori: Le scie
Caravaggio. Vita sacra e profana
di Andrew Graham-Dixon
editore: Mondadori
pagine: 468
La straordinaria capacità di Michelangelo Merisi da Caravaggio di esprimere il dramma dell'uomo attraverso la pittura riflette
Quelli che dissero no. 8 settembre 1943: la scelta degli italiani nei campi di prigionia inglesi e americani
di Arrigo Petacco
editore: Mondadori
pagine: 172
L'8 settembre 1943, quando dopo 1201 giorni di guerra il maresciallo Pietro Badoglio annunciò la firma dell'armistizio con gli Alleati, circa seicentomila soldati italiani si trovavano rinchiusi nei campi di prigionia che inglesi e americani avevano allestito in varie nazioni del mondo, dall'Egitto all'Algeria, dalla Palestina al Kenya, dal Sudafrica all'India, e persino alle Hawaii. "Ma tu con chi stai, con il duce o con il re?" fu il dilemma di fronte al quale si trovarono i nostri soldati, colti di sorpresa dall'annuncio della resa senza condizioni accettata dall'Italia e dalla conseguente fuga di Vittorio Emanuele III a Brindisi: dopo avere combattuto per anni contro un nemico preciso e riconosciuto, bisognava scegliere, all'improvviso, se passare o no dall'altra parte della trincea. Di questa massa enorme di giovani una cospicua minoranza scelse di non "tradire", ma gli storici, sia per la scarsità delle fonti ufficiali sia per la "delicatezza" politica dell'argomento, non se ne sono occupati che in maniera superficiale: ancora oggi, gran parte delle notizie utili a una ricostruzione di quegli anni ci giungono da pagine autobiografiche o dai resoconti memorialistici dei protagonisti. Molti dei quali, avendo risposto di no all'appello di Badoglio a rientrare in patria, anche per non subire odiose discriminazioni, preferirono il silenzio. Il libro restituisce voce e memoria ad alcuni di loro.
Carthago delenda est. Ascesa e caduta di un'antica civiltà
di Richard Miles
editore: Mondadori
pagine: 476
Fondata, secondo la tradizione, nell'814 a.C. sulle coste dell'odierna Tunisia dagli abitanti fenici di Tiro, Cartagine si trasformò a poco a poco da fiorente centro commerciale in capitale di un impero con numerose e ricche colonie in ampie zone del Mediterraneo occidentale (Sardegna, Sicilia, Spagna). Quando Roma estese la propria egemonia sull'Italia meridionale, il confronto fra le due potenze degenerò in un interminabile e sanguinoso conflitto. Al termine della prima e della seconda guerra punica, fu chiaro che l'incontrastato dominio del Mediterraneo sarebbe toccato a Roma. Eppure, benché sconfitta, Cartagine era ancora "ingombrante" e minacciosa. Nel 146 a.C., al termine della terza guerra punica, le truppe romane al comando di Scipione Emiliano la raserò al suolo. Richard Miles sfida le narrazioni partigiane degli storici greci e romani, interroga criticamente le fonti, smascherandone le tendenziosità, le lacune e le manipolazioni. Il ritratto che ne emerge è quello di una città caratterizzata da una straordinaria vitalità economica, da una vocazione all'eclettismo e da una spiccata apertura verso altre culture. Nel ristabilire la verità dei fatti, Miles non solo ripara il torto storiografico subito da Cartagine, ma incrina profondamente la schematica visione di un mondo greco-romano come unico faro di civiltà in un contesto di incultura e barbarie, segnalando così la necessità di una riflessione autocritica sulle radici dell'Occidente.
U-Boot. Storie di uomini e di sommergibili nella seconda guerra mondiale
di Sergio Valzania
editore: Mondadori
pagine: 262
Dal 1940 al 1943 le acque dell'Atlantico furono il teatro di una delle battaglie più lunghe e sanguinose della Seconda guerra mondiale, che vide scontrarsi gli U-boote tedeschi con la flotta e l'aviazione alleate. L'obiettivo dell'ammiraglio Karl Donitz, esperto comandante della Unterseewaffe, era ambizioso: distruggere con i suoi sommergibili la flotta mercantile anglo-americana e bloccare il traffico navale tra il Nordamerica e l'Europa in modo da privare di rifornimenti l'Inghilterra e costringerla alla resa. Un disegno che, nelle sue aspettative, avrebbe potuto volgere l'esito del conflitto a favore delle potenze dell'Asse. Donitz si illuse che la dedizione, lo spirito di sacrificio e la disciplina dei suoi marinai potessero ribaltare il consolidato dominio anglo-americano sugli oceani. Un errore di valutazione che, dopo i primi tempi favorevoli, si rivelò in tutta la sua portata: otto sommergibilisti tedeschi su dieci persero la vita nel corso del conflitto e un'unità su tre venne affondata durante la sua prima missione. Sergio Valzania, oltre a ricostruire gli aspetti tecnici e militari della grande Battaglia dell'Atlantico, ci racconta le storie degli uomini, spesso giovanissimi che combatterono a bordo degli U-boote, descrivendone le terribili condizioni di vita in quelle scatole d'acciaio.
Esuli. Dalle foibe ai campi profughi: la tragedia degli italiani di Istria, Fiume, Dalmazia
di Gianni Oliva
editore: Mondadori
pagine: 181
Gianni Oliva ripercorre la vicenda degli italiani esuli nel suo insieme, dalla fine della Prima guerra mondiale a oggi, in un libro ricco di immagini inedite. Dall'annessione dell'Istria e della Dalmazia, all'occupazione italo-tedesca della Iugoslavia (1941-43), dai bombardamenti alleati di Zara e di Fiume fino all'occupazione di Trieste nel 1945 da parte delle truppe di Tito e gli infoibamenti. Nella seconda parte, il libro testimonia la successiva esperienza dell'esodo: le partenze da Pola e dall'Istria, lo svuotamento dei villaggi, i documenti relativi alle opzioni di nazionalità, gli incidenti di Trieste del 1953, la "slavizzazione" dell'Istria e della Dalmazia. L'ultima parte illustra i campi profughi e la precaria sistemazione dei giuliano-dalmati in un'Italia impoverita dalla guerra e poco sensibile a un dramma che ne ricordava la sconfitta: immagini di vita famigliare e di vita sociale, sullo sfondo di reticolati e di strutture fatiscenti sparse in ogni regione italiana. Conclude il volume l'immagine del concerto diretto da Riccardo Muti il 13 luglio 2010 in piazza Unità d'Italia a Trieste, alla presenza di Giorgio Napolitano e dei presidenti di Slovenia e Croazia, promessa di una ricomposizione delle diverse "memorie".
L'arte di uccidere. Come si combatté la guerra civile spagnola. Una storia militare
di Jorge M. Reverte
editore: Mondadori
pagine: 305
La guerra civile che ha dilaniato la Spagna nel triennio 1936-1939 è stata uno dei conflitti più sanguinosi e devastanti del ventesimo secolo. Scatenata dal golpe delle forze nazionaliste guidate da Francisco Franco e teatro di episodi di violenza inaudita è stata il primo scontro armato fra un regime democratico e il nazifascismo, tragico preludio della tempesta che di lì a poco si sarebbe abbattuta sull'intero pianeta. In un libro dal titolo volutamente provocatorio, Jorge M. Reverte affronta un aspetto della guerra civile spagnola finora trascurato, o trattato solo in termini agiografici dalla storiografia sia di matrice franchista sia di orientamento filorepubblicano: la strategia militare adottata dai due schieramenti, ossia il modo in cui le migliori qualità dello spirito umano furono messe, con totale consapevolezza, al servizio di un piano di annientamento fisico del nemico. Senza indulgere in complicate spiegazioni tecniche e senza trascurare l'esame delle implicazioni politiche e sociali, né del ruolo che ebbero altre potenze. In tale contesto, particolare rilievo assume la ricostruzione delle tensioni interne agli stati maggiori, delle rivalità, dei tradimenti, delle defezioni, ma soprattutto delle motivazioni dei soldati che, su fronti opposti, hanno concretamente combattuto e si sono trovati a dover compiere sul campo le scelte che avrebbero portato a una schiacciante vittoria o a un'infamante sconfitta.
Il piano Solo. I servizi segreti, il centro-sinistra e il «golpe» del 1964
di Mimmo Franzinelli
editore: Mondadori
pagine: 381
Nel maggio 1967 un'imponente campagna giornalistica lanciata dall'"Espresso" rivelò che tre anni prima, nell'estate del 1964, durante la crisi del governo Moro, il generale De Lorenzo e il presidente della Repubblica allora in carica Antonio Segni predisposero un progetto che prevedeva il controllo del Paese da parte dell'Arma dei carabinieri e l'arresto di centinaia di cittadini. Per anni il "piano Solo", forse il primo tentativo golpista dell'Italia repubblicana, è rimasto avvolto nel mistero, anche a ragione degli omissis posti dal governo. Sulla base di documenti a lungo coperti dal segreto di Stato e dei rapporti della Cia recentemente declassificati, nonché di interviste a protagonisti e a testimoni di allora (dai giornalisti Eugenio Scalfari e Lino Jannuzzi al portavoce di Moro, Corrado Guerzoni), Mimmo Franzinelli ricostruisce il progetto politico e l'organizzazione militare di quel piano, in un'indagine storica che prende il via dalle schedature del servizio segreto militare (Sifar) contro la classe politica. Tra spionaggio, processi e dossier illegali, un'altra pagina misteriosa della storia d'Italia che chiama in causa un'intera classe dirigente.
Regina di quadri. Vita e passioni di Palma Bucarelli
di Rachele Ferrario
editore: Mondadori
pagine: 334
Donna di grande fascino e carattere, occhi color ghiaccio e capelli pettinati alla Greta Garbo, amante del bello in tutte le s
John Lennon. La biografia
di Philip Norman
editore: Mondadori
pagine: 560
A oltre trent'anni dalla sua tragica scomparsa John Lennon rimane non solo un'indiscussa icona pop, ma anche uno dei simboli meno controversi degli anni Sessanta. Al Beatle più carismatico ed eclettico Philip Norman dedica questa biografia. Grazie a una meticolosa ricerca su fonti mai pubblicate e alle preziose testimonianze di parenti, amici e compagni di strada, ne segue passo passo le tappe fondamentali: dall'infanzia all'adolescenza, dalle prime esperienze musicali alla fama mondiale, dallo scioglimento del gruppo alle battaglie per la pace e i diritti civili. Senza tacere delle tante crisi e dell'incessante ricerca di una "risposta", che lo spinse a provare le esperienze più diverse. Il ritratto che emerge da questa biografia non nasconde né esalta le vicende di cui John fu, volta a volta, protagonista e vittima. Semplicemente mostra, anche alla luce di episodi inediti, il percorso interiore che ha portato un introverso ragazzino di Liverpool a diventare uno dei personaggi chiave per capire la storia del XX secolo.
Fiume. L'ultima impresa di D'Annunzio
editore: Mondadori
pagine: 237
All'alba del 12 settembre 1919 un migliaio di granatieri, fanti e arditi marcia alla conquista di Fiume, crocevia di culture ed etnie, unico sbocco al mare del dissolto regno d'Ungheria. A guidare i «ribelli» c'è il Poeta-soldato Gabriele d'Annunzio, deciso a rivendicare alla madrepatria la città, abitata in maggioranza da italiani. L'intrepida avventura militare aumenterà il prestigio internazionale del Vate e gli conferirà uno straordinario credito politico presso le masse di reduci e arditi, studenti e futuristi che, di lì a poco, confluiranno nel fascismo mussoliniano.Ma il «sogno» durerà poco. Nel dicembre 1920, il presidente del Consiglio Giovanni Giolitti ordina lo sgombero della città e con l'uso della forza, dopo cinque giorni di scontri sanguinosi, decreta la fine dell'impresa. Osannato dalla folla, d'Annunzio abbandona a malincuore Fiume per ritirarsi nella gabbia dorata del Vittoriale, ma l'avventura appena conclusa finirà per imprimersi come evento-simbolo nella tormentata ridefinizione dell'Europa postbellica. A novant'anni da quegli eventi, Mimmo Franzinelli e Paolo Cavassini rievocano le tappe essenziali dell'impresa fiumana con una selezione di oltre trecento fotografie, introdotte da un interessante saggio che attinge a fonti in gran parte inedite. Fiume è il racconto per immagini, storicamente rigoroso e suggestivo, dell'avventura politica che, prima ancora dell'avvento del fascismo, segnò la crisi dello Stato liberale italiano.
Il muro di Berlino. 13 agosto 1961-9 novembre 1989
di Frederick Taylor
editore: Mondadori
pagine: 392
Nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, nell'inquietante scenario di un mondo sull'orlo della distruzione atomica, Berlino venne tagliata in due da un reticolo di filo spinato che separò, talvolta per sempre, genitori e figli, fratelli, amici e amanti. L'operazione, tanto inattesa quanto fulminea, riuscì grazie alla perfetta efficienza con cui fu compiuta. Lo scopo dichiarato di Walter Ulbricht, il leader tedesco orientale che l'aveva ordinata, era porre fine al continuo esodo di popolazione verso la parte occidentale della città (ancora controllata dalle forze armate di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia), unico ponte per raggiungere la ricca Germania Ovest. La mossa si rivelò vincente: nonostante l'angosciato sgomento di 4 milioni di berlinesi e lo sdegno dell'opinione pubblica mondiale, divenne subito chiaro che ogni reazione era di fatto impossibile, e comunque troppo rischiosa. Intrecciando dati ufficiali, fonti d'archivio e testimonianze personali, Frederick Taylor racconta tre decenni della storia di una capitale e di una grande nazione europea che, in un lungo e tormentatissimo dopoguerra, improvvisamente si trovarono spaccate a metà. Oltre che sulle trame politiche, l'interesse di Taylor si concentra sulla vita quotidiana, sulle paure e sulle speranze dei berlinesi prigionieri che, con sempre più ingegnosi e disperati tentativi di fuga, favorirono paradossalmente la trasformazione dell'originario reticolato nell'alto muro che li avrebbe privati a lungo della libertà.
Il regno del Nord. 1859: il sogno di Cavour infranto da Garibaldi
di Arrigo Petacco
editore: Mondadori
pagine: 177
Italia federale o Italia nazionale? L'interrogativo, oggi di attualità, fu posto già agli albori del Risorgimento. Anzi, alla vigilia dell'Unità nazionale, la Federazione italiana sembrava cosa fatta. Cavour aveva in progetto, infatti, di "piemontesizzare" il Nord Italia e suddividere la penisola in tre Stati federali: il Regno di Sardegna, lo Stato della Chiesa e il Regno delle due Sicilie, sotto la virtuale presidenza del Papa. Così Cavour nel 1859, prima della fine della seconda guerra d'Indipendenza, si era accordato in gran segreto con il governo borbonico: il Regno di Sardegna avrebbe inglobato il Lombardo-Veneto, l'Emilia e la Toscana, al Regno delle due Sicilie si sarebbero aggiunte l'Umbria o le Marche, tolte allo Stato della Chiesa mentre Roma sarebbe diventata capitale dell'Italia federale. Tutto pareva organizzato, mancava soltanto l'approvazione di Francesco II, re di Napoli, che però, da devoto e timorato di Dio qual era, quando fu informato che il suo Regno si sarebbe arricchito delle due regioni papaline gridò al sacrilegio. E il piano andò in fumo.