Il volontariato diventa oggetto di studi, di indagini e di discussione, soprattutto verso la fine degli anni Ottanta-inizi anni Novanta del secolo passato e vede il coinvolgimento di economisti, di sociologi e di altri studiosi. È in quel periodo che il Welfare state comincia ad accusare le prime evidenti crepe. Il Welfare state che, fino a quel momento, aveva garantito a gran parte della popolazione protezione e assistenza, si avvia verso un ridimensionamento dei servizi e delle prestazioni offerte. È dentro tale crisi che prende corpo il dibattito sul volontariato e sulla solidarietà o, se si vuole, sulla "protezione solidale" che il volontariato può offrire e su una sua possibile ricollocazione dentro una società che, strutturata attorno al lavoro salariato, ora, si sta sfaldando stante i profondi cambiamenti socioeconomici e culturali. La crisi del Welfare state fa emergere il potenziale di solidarietà presente nella società civile e ne impone la sua presenza attiva. È cioè una presenza non "residuale", di "sostituzione" dell'intervento pubblico. È una presenza che impone il principio della solidarietà che si vuole sottrarre alla frammentazione, alla separazione tra socio-assistenziale e sanitario, alla sottovalutazione. Siamo di fronte a cambiamenti oggi che impongono al Welfare state di "utilizzare" il volontariato o, forse più correttamente, di affiancare (e non farsi sostituire) il volontariato alla propria attività protettiva.
Dentro il volontariato. Problemi e potenzialità

Titolo | Dentro il volontariato. Problemi e potenzialità |
Autore | Guglielmo Giumelli |
Argomento | Scienze Umane Sociologia |
Collana | Università |
Editore | Il Nuovo Melangolo |
Formato |
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Pagine | 113 |
Pubblicazione | 2016 |
ISBN | 9788869830532 |
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