Negli anni dell'emigrazione parigina, la produzione poetica di Marina Cvetaeva si assottiglia progressivamente. Le incombenze giornaliere, la miseria, i trasferimenti, l'isolamento, le tensioni familiari, l'impossibilità di pubblicare: tutto questo la spinge a dedicarsi alle traduzioni, unica possibile fonte di sostentamento. La situazione precipita con il rientro in patria nel giugno 1939 fino al suicidio nel 1941. Il volume raccoglie, a ottant'anni dalla morte, le poesie dei mesi conclusivi dell'emigrazione francese e quelli dei due anni trascorsi in Unione Sovietica, con testo russo a fronte. I versi emergono come iceberg dal grigiore della quotidianità, risvegliati da eventi storici o da ultimi amori, cui si accompagna il senso di una fine imminente. Un apparato di note ricostruisce attraverso le voci dei contemporanei e di Cvetaeva stessa le vicende che fanno da sfondo al tragico epilogo della produzione della poetessa.
Ultimi versi. 1938-1941. Testo russo a fronte

titolo | Ultimi versi. 1938-1941. Testo russo a fronte |
Autore | Marina Cvetaeva |
Curatore | P. Napolitano |
Argomento | Letteratura e Arte Poesia |
Collana | LIBRI PICCOLI, 41 |
Editore | Voland |
Formato |
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Pagine | 160 |
Pubblicazione | 2021 |
ISBN | 9788862434270 |