Passione e ideologia

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Comparso per la prima volta nel 1960, "Passione e ideologia" raccoglie la produzione critica della lunga e feconda stagione degli anni Cinquanta di Pier Paolo Pasolini, recuperando in particolare l'esperienza della rivista «Officina». Al centro del volume vi sono due ampie panoramiche dedicate rispettivamente alla poesia dialettale e alla poesia popolare italiana; nella seconda parte, spiccano notevolissime interpretazioni di figure di rilievo della nostra letteratura: Pascoli, Gadda, Saba, Rebora, Penna, Bertolucci, fino ad affrontare il problema dello sperimentalismo. In queste pagine acute e originali emerge sempre, in filigrana, il vissuto dell'autore e si direbbe, come scrive Alberto Asor Rosa nella prefazione, che non ci sia «un solo punto in questi saggi in cui il Pasolini scrittore e poeta e quello critico e filologo non siano contemporaneamente presenti».
 

Biografia dell'autore

Pier Paolo Pasolini

Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922. Per tutta l’infanzia e l’adolescenza segue il padre, ufficiale di fanteria, nei suoi spostamenti, trasferendosi continuamente da una città all’altra del Nord Italia. Nel 1942 a causa della guerra si rifugia nel paese materno, Casarsa in Friuli. Sin da giovane, inizia a scrivere poesie, alternando testi in italiano e in friulano. Nel 1942 esce il suo primo libro Poesie a Casarsa. Nel corso della sua vita l’attività poetica costituirà una costante e porterà alla pubblicazione di alcuni dei più importanti testi della letteratura italiana del Novecento. Citiamo, a titolo di esempio, La meglio gioventù (1954), Le ceneri di Gramsci (1957), La religione del mio tempo (1961), Poesia in forma di rosa (1964), Trasumanar e organizzar (1971). Nel 1950 Pasolini è costretto a lasciare il Friuli e si trasferisce a Roma. La vita nella capitale è inizialmente difficile, ma Pasolini si inserisce pienamente nel gruppo di intellettuali che animano la capitale. Nel 1955 esordisce nella narrativa con Ragazzi di vita, in seguito scriverà altri romanzi, come Una vita violenta (1959) e Petrolio (postumo, 1992). Parallelamente, entra nel mondo cinematografico come collaboratore di Fellini e di Bolognini. Nel 1960-61 avviene il passaggio alla regia con il lungometraggio Accattone. La sua produzione cinematografica è notevole: quasi un film all’anno. Ricordiamo Mamma Roma (1962), La ricotta (1963), Il Vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e uccellini (1966), Teorema (1968), Medea (1969), Il Decameron (1971), I racconti di Canterbury (1972), Il fiore delle Mille e una notte (1974) e Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975). Nel 1973 inizia la collaborazione al «Corriere della Sera». In una serie di articoli – pubblicati successivamente nei volumi Scritti corsari (1975) e Lettere luterane (postumo, 1976) – lo scrittore affronta le scottanti questioni dell’Italia contemporanea. La notte tra il 1° e il 2 novembre 1975, Pier Paolo Pasolini muore assassinato all’Idroscalo di Ostia, vicino a Roma.