Bollati Boringhieri: Temi
Capitalesimo
Il ritorno del Feudalesimo nell'economia mondiale
di Gila Paolo
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 273
Il capitalismo è come un aereo entrato in un vuoto d'aria
Dove va il mondo? Un decennio sull'orlo della catastrofe
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 76
Difficile sbagliare le previsioni a brevissimo termine, perché il futuro immediato è già qui
Alternative energetiche
Breviario dell'autosufficienza locale
di Friedman Yona
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 193
La nostra civiltà industriale consuma molta energia
L'opera italiana da due soldi
Regnava Berlusconi
di Cordero Franco
editore: Bollati Boringhieri
La commedia italiana spesso disgusta ma non annoia mai
Opus Dei. Archeologia dell'ufficio. Homo sacer, II, 5
di Giorgio Agamben
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 155
Opus Dei, "opera di Dio", è la definizione della liturgia secondo la dottrina della Chiesa cattolica. Riguarda l'esercizio del ministero sacerdotale, quanto di più separato, sembrerebbe, dalla prassi che governa le altre sfere della vita. Ma si tratta di una separatezza solo apparente, che racchiude un arcano. È lì che si mette al lavoro l'inchiesta archeologica di Giorgio Agamben, un modo di fare filosofia che come nessun altro sa portare alla luce, nei concetti più comuni, impronte nascoste, rivelatrici di filiazioni insospettate. Andare al cuore del "mistero del ministero" significa allora scoprire, ripercorrendo un'elaborazione teologica che risale al cristianesimo primitivo, il rilievo immenso dell'"officium" - il termine latino per "liturgia" - nella concezione stessa della modernità in Occidente. Idea dell'essere, etica, politica ed economia non hanno altro paradigma se non nell'ufficio. Dal funzionario al militante, l'azione umana si è esemplata sul modello dell'operare del sacerdote, all'interno del quale ciò che l'uomo è si risolve in ciò che l'uomo deve fare. Una strategia onnipervasiva di cui il pensiero sismografico di Agamben registra i primi cedimenti.
Per un'abbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita
di Serge Latouche
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 150
Che cos'è mai l'abbondanza frugale, oltre a un ossimoro che lega provocatoriamente due opposti, a un'ennesima parola d'ordine suggestiva e impraticabile? Se qualcuno replicasse così alla prospettiva di una convivenza capace di sobrietà non punitiva, verrebbe preso sul serio da Serge Latouche, e contraddetto con ottime ragioni. Agli argomenti di chi dissente da lui e dagli altri, sempre più numerosi, "obiettori'di crescita", il maggior teorico della decrescita dedica questo libro, ormai necessario dopo anni di malintesi, resistenze, travisamenti strumentali, accese controversie. Gli sviluppisti incrollabili, o gli scettici poco inclini a dar credito alle logiche antieconomiche, troveranno qui il repertorio delle loro tesi e delle loro perplessità, smontate una a una. Sarà difficile continuare a sostenere con qualche fondatezza che la decrescita è retrograda, utopica, tecnofoba, patriarcale, pauperista. La crisi devastante che stiamo vivendo la indica invece come l'uscita laterale dalla falsa alternativa tra austerità e rilancio scriteriato dei consumi. Un'abbondanza virtuosa, ci avverte Latouche, è forse l'unica compatibile con una società davvero solidale.
Oltre la società degli individui
Teoria ed etica del dono
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 220
In un momento di crisi verticale, in cui l'intero edificio dell'economia di mercato barcolla, aprendo faglie anche nel relativ
Via di qua. Imparare a morire
di Umberto Curi
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 236
"Via di qua; ecco la mia meta". Nell'annuncio del protagonista del racconto di Kafka La partenza risuona l'universale della condizione umana, quell'andar via a cui non occorre una destinazione, poiché è già meta in sé: la morte, ineluttabile, inconcepibile, inconoscibile, eppure evento-limite che conferisce alla vita il senso più autentico. Nella sua vicenda millenaria, talvolta la filosofia si è incaricata di strappare alla morte l'aculeo velenoso, ossia di liberare l'uomo dal timore della morte, riducendola a puro nulla, quindi espungendola dall'orizzonte dell'esistenza. Una strategia che il filosofo Umberto Curi non condivide affatto. Come il principe di Danimarca, è convinto da tempo che i contenuti di pensiero abitino anche al di fuori della disciplina che ne è ufficialmente titolare, e li va a cercare con mano sapiente nella tragedia e nel mito dell'antica Grecia, nella poesia e nella narrazione contemporanee. Lì incontra ricchissime testimonianze che, da prospettive diverse, recuperano la morte alla pienezza della vita, senza per questo disinnescare in modo consolatorio il potenziale angoscioso della fine. Sfuggono infatti a intenti edificanti, e non potrebbero mai essere rifuse in un eserciziario della buona morte, simile a quelli diffusi in Occidente secoli fa. Ci possono solo suggerire con Rilke - ed è suggerimento prezioso - che "bisogna imparare a morire: ecco in che cosa consiste tutto il vivere".
Suggestione
Potenza e limiti del fascino politico
di Cavalletti Andrea
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 175
Un maestro incantatore tiene in pugno la folla
Politiche dell'irrealtà
Scritture e visioni tra Gomorra e Abu Ghraib
di Mazzarella Arturo
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 116
Come rappresentare oggi, con la massima aderenza possibile, la realtà? In che modo i vari linguaggi artistici e i media, vecch
Introduzione alla verità
di Franca D’Agostini
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 359
Oggi, più che del declino dei valori, forse occorrerebbe parlare della pericolosa incertezza in cui versano i discorsi. Il dibattito pubblico deraglia anche per la profonda confusione che riguarda certe parole-cardine della vita associata, come appunto "verità". La filosofia contemporanea ha riflettuto a lungo sulla nozione di verità, ma se poco o nulla è trapelato nella sfera pubblica, la mancata comunicazione va imputata ai filosofi stessi, troppo chiusi in ambiti di ricerca non dialoganti, innanzitutto, tra loro. Finalmente una delle filosofe italiane più lette crea il ponte di cui c'era bisogno, trattando la verità come un concetto "speciale", ossia fondamentale e trasversale, che va chiarito preliminarmente per non incorrere in abusi e fraintendimenti. Franca D'Agostini ci spiega in che cosa consiste la straordinarietà di questa parola, ne precisa significato e uso e ne discute la legittimità. A scettici e nichilisti raccomanda: rendete duttile la vostra logica, e non avrete più molte ragioni di scetticismo riguardo alla verità. Se infatti scienza, cultura, politica, religione si avvalessero di logiche più duttili e metafisiche più permissive, è probabile che molte difficoltà a discriminare il vero dal falso verrebbero meno.
Autoritratto dell'immondizia
Come la civiltà è stata condizionata dai rifiuti
di Pinna Lorenzo
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 269
Leggendo queste pagine ci si rende conto di come la storia delle civiltà e quella dell'immondizia abbiano percorso un cammino